Se non si è un Opera d’Arte, che la si Indossi! Collezione 2018

Per ORDINI – APPUNTAMENTO in Atelier
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Dall’antica tradizione giapponese Il kimono è una sorta di vestaglia a forma di T che ricopre il corpo dal collo alle caviglie e con maniche lunghe. Le maniche sono così lunghe da raggiungere anche 50 cm di ampiezza! L’intera veste fascia tutta la persona, con la parte sinistra che si poggia sulla destra ed è fissata con una grande cintura, chiamata Obi, che si lega dietro la schiena.
Solitamente veniva realizzato in seta filata a mano, di cui grandi rettangoli vengono assemblati insieme. Si poteva trovare anche in broccato o rinzu (satinato giapponese). Lo scopo? Nascondere le forme del corpo!
Questo abito è stato da sempre influenzato dal vestiario cinese e solo nel VIII secolo in Giappone prese piede la moda dell’indossare il kimono. Inizialmente veniva indossato sotto le sembianze di un semplice grembiule chiamato Mo. Poi, col passare delle dinastie, le modalità di tessitura, realizzazione e colorazione cambiarono..
Guardando tutta la storia giapponese, c’è da puntare i riflettori sul periodo Heian. Questo è senza dubbio il periodo florido per il risveglio delle arti e dell’estetica. Il colore inizia ad essere più importante degli abbellimenti e qualcosa come 200 leggi regolavano le combinazioni tra colori.
C’è da dire che i giapponesi sentono da sempre una connessione profonda con Madre Natura e, per questo, gli accostamenti venivano attentamente studiati per rispettare ogni stagione. Ad esempio, in inverno il kimono era di norma rosso sotto e bianco sopra. In primavera si giocava con il lilla fuori ed il blu sotto. Il primo vestito che viene indossato è il Kosode, mentre quello più esterno è il Karaginu, chiamato poi Uchikake.
Perché questa storia del sopra e sotto? Sembra proprio che nell’antico Giappone più abiti indossava una donna più era alto il suo rango. Un esempio chiarissimo è il jūnihito-e, il kimono della dama di corte che contava ben 12 abiti! Si poteva, comunque, arrivare ad indossarne anche 20.
Tradizionalmente parlando, le donne nubili indossano un kimono con maniche estremamente lunghe che toccano quasi terra e si chiama Furisode.
I kimono autentici si realizzando come la tradizione comanda: si estraggono da un singolo rotolo di stoffa chiamato tan, largo circa 35 cm e lungo circa 11,5 m.Originariamente i kimono venivano cuciti e decorati a mano. I motivi degli ornamenti potevano essere uguali o alternati e si realizzano con pasta di riso, pittura a mano o con lo shibori, una tecnica che consiste nell’immergere la stoffa in una vasca di tintura e manipolarlo, per creare una fantasia unica.
IL KIMONO,un progetto Sartoriale a 360°personalizzabile su misura.
Scegliendo il tessuto, il modello e lo stile il Kimono prende forma, acquista la personalità di chi lo indossa.
Rivolgendoti al mio Atelier verrà progettato il tuo Kimono su Misura!
CONTATTA la mail fabianagabellini@gmail.com
Scatti fotografici d’autore.
Alessandra Ceccanti è l’interprete e testimonial del mio Brand, insieme al fotografo Fabrizio Gatta fondatore di Openartasa realizzeremo più shooting che raccontano la storia dei miei Abiti Sartoriali,la preziosità, unicità ed eleganza che rappresenta il mio Stile unico ed inconfondibile.
La struttura dell’Abito, la tradizione di Alta Sartoria Madeinitaly sarà raccontata attraverso ambientazioni storiche italiane.
Il progetto “Femminilità nelle dimore storiche” a cura di Fabrizio Gatta, fotografo professionista e appassionato d’arte, si pone l’obiettivo di valorizzare i contenuti del femminile odierno, inseriti in un contesto di strutture a carattere storico e artistico.
In un periodo in cui si assiste al giusto riconoscimento dei valori e delle capacità delle donne, in parallelo assistiamo al moltiplicarsi degli episodi di violenza nei loro confronti e all’assoluta mercificazione del corpo femminile con il proporre ideali di bellezza difficilmente raggiungibili nell’ambito di una vita normale di lavoro e famiglia.
E’ stato questo l’input iniziale per il progetto che si propone di realizzare servizi fotografici all’interno di Dimore Storiche e di valenza artistica,con le immagini di figure femminili non professioniste, per sottolinearne la presenza nel tempo attuale in contrasto o in armonia con il contesto storico.
Una scelta artistica e al contempo di valenza sociale,che vuole valorizzare la presenza femminile in ogni campo ponendola, con la sua attualità, al centro di ambienti di tradizione storica che saranno scelti in collaborazione con le Istituzioni dei Comuni italiani ai quali sarà presentato il progetto e ai quali sarà richiesto il patrocinio dell’iniziativa.
Raggiunte massimo 20 Dimore Storiche e 20 Comuni si realizzerà un catalogo con la descrizione della Dimora e da tre a cinque fotografie.
Marilena Cheli Tomei –Storic –